Moger - Arte e Cultura
Ubi ensemble

in collaborazione con

Blu Network

presentano

L’Opera da Tre Soldi Recital

musiche di

Kurt Weill

 

adattamenti, direzione musicale e regia

Gianluigi Cristiano

con

Salvatore Grigoli – baritono
Grazia Sinagra – soprano
Nicola Mogavero – sassofoni e clarinetto
Maria Chiara Sottile – flauto e ottavino
Fabio Piro – tromba e trombone
Marcella Napolitano – violino e viola
Rosa Vaiana – pianoforte, harmonium e fisarmonica
Romina Denaro – contrabbasso e basso elettrico
Gianluigi Cristiano – chitarre, basso elettrico, banjo e pedalsynth
Francesco Prestigiacomo – batteria e percussioni 
Giuseppe Rizzo – suono, real time processing e soundscapes

Note

Nella storia di ogni civiltà si situano degli spettacoli che hanno il valore di modelli, non soltanto per il complesso che li ha prodotti o per l’interprete che li ha siglati indelebilmente con la presenza della sua personalità, quanto perché valgono a fissare il grado di qualità che può essere raggiunto, e comunque è attraverso di essi – e delle loro riletture – che la dura ricerca quotidiana si consegna alla storia. La loro conoscenza è dunque necessaria. De L’Opera da Tre Soldi la storia della drammaturgia del novecento e i cartelloni sono pieni di riletture e messe in scena di grande successo sia di pubblico che di critica. Possediamo i copioni di tutte le riletture, resoconti minuziosi, articoli, fotografie, ricordi che il tempo e le case editrici disseminano, ma che non possono restituire la memoria di chi ha avuto la fortuna di assistervi. Trattandosi de’ L’Opera da Tre Soldi stessa riguardo si deve avere della partitura di Kurt Weill, cifra stilistica fondamentale dell’opera che, cucita su misura sul copione di Brecht, ha riscosso un immediato e meritato successo nella storia del teatro del Novecento.

La partitura di Kurt Weill è costruita come molte opere che dal diciottesimo secolo in poi hanno fatto il modello dell’Opera, con una ouverture iniziale e arie che portino avanti la drammaturgia. Mentre possiamo riconoscere una relazione con la musica barocca, l’idioma di Weill è defamiliarizzato da un contrappunto lineare, da moderne armonie e da una inusuale lineup strumentale. Sia la tessitura che la timbrica incontra il favore degli anni ’20 del Novecento, con i sassofoni, tromba, trombone, banjo, timpani e harmonium. Una parodia, non un pastiche, come voleva che fosse quel Brecht che tanto aveva calcato le scene del cabaret del periodo, anche come clarinettista. La partitura di Weill prevedeva sette polistrumentisti su un organico di 23 strumenti. Questa produzione ripropone questa sfida: 8 polistrumentisti per una rilettura che porta avanti la ricerca timbrica di Kurt Weill facendo largo utilizzo della musica elettronica e del suo real time processing (sia audio che video) come cifra stilistica tramite la quale amplificare le specifiche salienti della partitura esaltando ogni singola sfumatura di ciò che è moderno e contemporaneo, senza tralasciare ciò che L’Opera da Tre Soldi ha significato per Bertolt Brecht e il suo teatro sociale nella storia della drammaturgia contemporanea.

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