
presenta
con
Roberta Sava – Voce
Gianni Re – Tromba
Nicola Mogavero – Sax
Fabio Piro – Trombone
Marcella Napolitano – Viola e Violino
Romina Denaro – Contrabbasso
Rosa Vaiana – Pianoforte
Gianluigi Cristiano – Chitarra Elettrica
con
Giuseppe Rizzo
Suono e Soundscape
“Oggi non ho assistito a una proiezione d’immagini e di suoni; ho assistito all’azione visibile e istantanea che esercitano gli uni sugli altri e alla loro trasformazione. La pellicola stregata.”
Così scriveva Robert Bresson nelle sue Note sul cinematografo del 1975, la definizione migliore per definire il potere della musica al cinema.

Nel tempo poi i grandi compositori, Ennio Morricone, Nino Rota, Luis Bakalov, Henry Mancini, solo per citarne alcuni, hanno dimostrato che la musica non è un semplice elemento di accompagnamento innestato nell’architettura del film, ma una componente capace di trasformare appunto la sequenza delle immagini. Trasformazione che avviene secondo i codici propri che la musica ha per modellare lo spazio, e i cineasti se ne sono serviti molto per far vedere le immense distese del western, per fare l’esempio del felicissimo connubio Morricone-Leone. Lo spazio sonoro non ha frontiere definite, contrariamente all’immagine, limitata dai confini dell’inquadratura. La musica permette di sconfinare dall’inquadratura, di prolungare lo spazio in tutte le direzioni, spiegando tutta la propria potenza quando aiuta l’immagine a rivelare altri spazi e altre temporalità. A ogni ora del giorno, nel buio delle sale, milioni di spettatori di ogni età, razza e condizione sociale assistono alla proiezione di centinaia di film, ricevendo un messaggio capace di valicare paesi e frontiere e superare quelle barriere che arrestano l’efficacia di altri messaggi troppo legati all’alfabetizzazione, e questo grazie alla pregnanza dell’immagine sulla parola e alla immediatezza del rapporto sociale che si stabilisce fra lo schermo e lo spettatore, alla particolare cultura del recettore, ma anche e soprattutto alla magia della musica che veicola, incarna e restituisce la carica emozionale della drammaturgia consegnando allo spettatore una esperienza sensoriale totale.
Ubi Ensemble ripropone questa esperienza al rovescio: al cinema lo spettacolo è sullo schermo, il film, la musica è nell’aria; in C’era una Volta il Cinema lo spettacolo è condotto dalla musica, nell’organico dell’ensemble intimo di cinque strumentisti e una voce, le immagini e le sequenze delle pellicole scorrono proiettate sullo sfondo, in perfetta sincronizzazione, a celebrazione di uno spettacolo il cui risultato è esattamente lo stesso, restituire una vibrazione emotiva, la stessa ma allo stesso tempo diversa, della pellicola originaria. Un viaggio attraverso le fortunate partiture di C’era una Volta il West, Il Buono, il Brutto e il Cattivo, Per Qualche dollaro in più, C’era una Volta in America di Sergio Leone, Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore, Il Padrino di Francis Ford Coppola, Il Bidone di Federico Fellini, Romeo e Giulietta di Franco Zeffirelli, e fino a Colazione da Tiffany di Blake Edwards e Il Mago di Oz di Victor Fleming, per incontrare ancora, e ancora, i personaggi delle storie che hanno donato emozioni forti ai loro spettatori affezionati.